Qual è il conto migliore? Quello che serve a te ..., ma le persone valgono qualcosa?

Se uno cerca di capire quale conto corrente acquistare, sembra che, l’unico metodo di paragone sia il costo complessivo. Si considerano i costi fissi, i costi ad operazione, il rendimento del tasso e basta.

Tutto giusto, se uno vuole solo basarsi su dati numerici oggettivi; errato se assieme al conto corrente ed ai “numeri” c’è la possibilità di avere dei servizi aggiuntivi il cui costo e valore non è certamente misurabile in qualche decina di Euro l’anno e che però sono difficili da misurare in quanto strettamente collegati alla persona che interagisce col cliente. Le stesse associazioni di consumatori cadono in questo tranello e propongono classifiche, giudizi sempre basati su profili indicativi legati a parametri oggettivi e mai partono dal presupposto che le persone con cui si ha a che fare possano avere un valore economico, per la loro assistenza, disponibilità e competenza a dare consulenza. Neppure si pensa che ogni cliente abbia esigenze che non si possono inserire in un profilo solo perchè spesso le "cose di Banca" non le conosce.

Quanto valgono queste persone? Perché si parte dal presupposto che il valore aggiunto di chi ci segue in banca è nullo? Semplice, perché queste persone oggi ci sono e fra sei mesi non più … ed il mio conto rimane lo stesso, con gli stessi numeri.

Io credo invece che se una persona mi consiglia un buon conto corrente ad un costo ragionevole (e mi fa risparmiare), mi indica quale cifra ha senso per me lasciare sul conto e magari mi valorizza quello che non uso immediatamente, questo ha una gran valore (più di poche decine di Euro); se mi viene consigliato un prestito o un fido a buone condizioni anziché altre soluzioni più onerose, questo ha altro valore.

Ma anche questo dipende dalle persone; ed è qui la difficoltà anche per il consumatore di avere sempre come riferimento una sola persona. Questo, però, non solo il conto corrente, è il mio lavoro nelle province di Torino, Asti e Cuneo.